[7: 89]
Né già d'andar fra la nemica gente
Temenza havrìa, ché peregrina era ita,
E visto guerre e morti havea sovente,
E scorsa dubbia e faticosa vita;
Sì che per uso la feminea mente
Sovra il corso mortal divenne ardita,
Né tosto si perturba o tosto pave
Ad ogni imagin di terror men grave.
She would not be afraid of going among
The enemies, as she had wandered long,
Often seeing wars and people being killed
While leading a hard, uncertain life herself;
So that her mind, a woman's mind, grew
Bolder than in the usual human course,
And she does not become scared soon before
Frightening images, except extreme ones.
The Sea Tasso Driver. All about late Renaissance (that is, the future world) culture
Tuesday, June 30, 2015
Monday, June 29, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 5: 1-64
5. Tramonta il sole su Romeril
Così Arthur attraccò sui flutti in riflusso.
Contemplò la sua terra, tristemente tentato,
su quei prati profumati dipinti di verde,
di fare passeggiate fino alla fine del mondo:
sentire la soavità del sale commisto
al tenero trifoglio con tracce di vino,
là su alture assolate aperte sul mare.
Là nella cara Cristianità udire il chiaro
concerto di campane cullato dalla brezza,
e come principe di pace reggere il regno
su un santo suolo alle porte del paradiso.
Contemplò la terra che s’inerpicava nel sole.
Là tramava il tradimento, trombe squillanti
di forza e orgoglio. Prìncipi disonesti,
sul suolo, schieravano scudi svergognati,
rifiutando il Re, rinnegando Cristo
e affidando la fiducia a potenze infedeli.
Si ammassavano uomini per marciare a sud,
da est erano al galoppo crudeli cavalieri
che irrompevano rovinosi come vulcani;
bianche torri bruciate, campi calpestati,
il suolo singhiozzava, si seccava l’erba.
Britannia allo sbando, il mondo barcollava;
crepate le campane, squillavano le spade.
L’inferno tutto inghiottiva, taceva il Cielo.
Salatissimo lo scotto ch’era costretto a pagare:
spandere il sangue il più prezioso,
arrischiare le anime di chi più amava;
amici finiti ammazzati, addio al fiore
della cavalleria cortese, in cambio di fedeltà
morte e oscurità, uomini al macello,
prima di prendere le mura o i passaggi,
prima che il piede, diretto alla dimora,
calcasse ancora quell’erba color smeraldo.
Arthur, mai lo aveva addomesticato o scosso
necessità o rischio, distogliendolo dallo scopo
o chiudendogli il cammino. Ora però la pietà,
l’amore per la patria e i sudditi lo scorò,
per gli umili sviati, i lungamente provati,
i deboli tentennanti, i cattivi ma afflitti.
Stanco di sciagure, sacrifici e guerre,
riacquistato il regno, coronato e saggio
avrebbe promosso pace, offerto perdono,
guarito i piagati, guidato tutti e ognuno,
ri-portando il bene in Britannia benedetta.
Morte s’intromise, Notte lo aspettava
prima che riavesse la via, vincesse il mondo.
[. . . . . . . . . . . . . . . . . . the manuscript ends here]
Saturday, June 27, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 188-230
Gawain ghermì e fece cantare la chiarina,
lanciando tra di loro il suo gran galeone
dai riflessi d’oro, come a cavallo del lampo
sospinto da scirocco. Lo seguirono
gli alleati da Lothian, Lord e capitani.
Remi in frammenti, ferro contro fiancate,
sartie tranciate. Con fragore assordante
alberi maestri abbattuti come abeti
crollarono tra echi sul campo di battaglia.
Gawain diede di piglio a Galuth l’atroce,
sua famosa spada (fabbri fatati, prima
dell’Era di Roma, la incisero di rune
e ne affilarono l’acciaio forte e fatale),
e si fiondò come fiamma munita di fiamma.
Il gran re di Gothia, sulla prua a ghirigori
lui lo liquidò e lo lanciò tra le onde;
sui Lord del Lochlan poi lampeggiò,
debellando elmi dalla cima di cinghiale
e pavesi pagani. Potente la sua voce
gridava: “Per Arthur!”. Tremava l’aria,
ripetendo le parole, ampliandole per mille.
Come paglia nella tempesta o fiori falciati
da mietitori impassibili, come umidità
avanti all’alba nella calura cocente
arretravano gli avversari da lui atterriti.
Da ponti e alberature precipitavano
e affogavano in acqua, anime perdute.
Imbarcazioni incendiate, invase dal fumo;
alcune, ma a pezzi, arrivano a riva.
Spuma scarlatta macchia gli scogli.
Scudi giacciono a galla in cento schegge,
ridotti a relitti. Pochi salvano la pelle,
spezzati e sanguinanti, e scappano.
Così arrivò Arthur al proprio regno
guadagnandosi il guado grazie alle armi,
grazie a Gawain. La sua gloria brillò
come il pianeta di Apollo quando picchia,
alto sui nostri apici, arrivando allo zenit
prima di precipitare. Il Fato filava,
mutava la marea. Assi in frammenti,
uomini morti in mare, neri rottami
lasciati marcire a lungo sul litorale;
affioravano dalle acque rocce rossicce.
lanciando tra di loro il suo gran galeone
dai riflessi d’oro, come a cavallo del lampo
sospinto da scirocco. Lo seguirono
gli alleati da Lothian, Lord e capitani.
Remi in frammenti, ferro contro fiancate,
sartie tranciate. Con fragore assordante
alberi maestri abbattuti come abeti
crollarono tra echi sul campo di battaglia.
Gawain diede di piglio a Galuth l’atroce,
sua famosa spada (fabbri fatati, prima
dell’Era di Roma, la incisero di rune
e ne affilarono l’acciaio forte e fatale),
e si fiondò come fiamma munita di fiamma.
Il gran re di Gothia, sulla prua a ghirigori
lui lo liquidò e lo lanciò tra le onde;
sui Lord del Lochlan poi lampeggiò,
debellando elmi dalla cima di cinghiale
e pavesi pagani. Potente la sua voce
gridava: “Per Arthur!”. Tremava l’aria,
ripetendo le parole, ampliandole per mille.
Come paglia nella tempesta o fiori falciati
da mietitori impassibili, come umidità
avanti all’alba nella calura cocente
arretravano gli avversari da lui atterriti.
Da ponti e alberature precipitavano
e affogavano in acqua, anime perdute.
Imbarcazioni incendiate, invase dal fumo;
alcune, ma a pezzi, arrivano a riva.
Spuma scarlatta macchia gli scogli.
Scudi giacciono a galla in cento schegge,
ridotti a relitti. Pochi salvano la pelle,
spezzati e sanguinanti, e scappano.
Così arrivò Arthur al proprio regno
guadagnandosi il guado grazie alle armi,
grazie a Gawain. La sua gloria brillò
come il pianeta di Apollo quando picchia,
alto sui nostri apici, arrivando allo zenit
prima di precipitare. Il Fato filava,
mutava la marea. Assi in frammenti,
uomini morti in mare, neri rottami
lasciati marcire a lungo sul litorale;
affioravano dalle acque rocce rossicce.
Friday, June 26, 2015
A noble witch (2)
[7: 88]
Ella l'amato medicar desìa
E curar il nemico a lei conviene.
Pensa talhor d'herba nocente e ria
Succo sparger in lui, che l'avelene;
Ma schiva poi la man cortese e pia
Trattar l'arti maligne, e se n'astiene.
Brama ella almen ch'in uso tal sia vota
Di sua virtute ogni herba et ogni nota.
She would like to treat her beloved one,
While forced to medicate his enemy. (*)
Sometimes she thinks about using the juice
Of a noxious herb so as to poison him;
But her gentle, generous hand refuses
To perform such evil arts, and she refrains.
She wishes, at least, that now any herb,
Any formula(**) may prove powerless.
(*) Nicaea would like to heal the wounded Tancred, but must medicate Argantes instead. The theme of magic is mixed with the typical Renaissance theme of the paradoxes of love.
(**) The reference to magic/healing formulas (meant by the technical term nota) had been deleted in the former stanza; here however, in a more indirect context, Tasso preserves it.
Ella l'amato medicar desìa
E curar il nemico a lei conviene.
Pensa talhor d'herba nocente e ria
Succo sparger in lui, che l'avelene;
Ma schiva poi la man cortese e pia
Trattar l'arti maligne, e se n'astiene.
Brama ella almen ch'in uso tal sia vota
Di sua virtute ogni herba et ogni nota.
She would like to treat her beloved one,
While forced to medicate his enemy. (*)
Sometimes she thinks about using the juice
Of a noxious herb so as to poison him;
But her gentle, generous hand refuses
To perform such evil arts, and she refrains.
She wishes, at least, that now any herb,
Any formula(**) may prove powerless.
(*) Nicaea would like to heal the wounded Tancred, but must medicate Argantes instead. The theme of magic is mixed with the typical Renaissance theme of the paradoxes of love.
(**) The reference to magic/healing formulas (meant by the technical term nota) had been deleted in the former stanza; here however, in a more indirect context, Tasso preserves it.
Thursday, June 25, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 168-187
Scintilla il sole sulle lame. Splende d’argento
la punta delle lance puntate verso l’alto,
bianca come biada. Sopra, sorvolano
corvi che gracchiano con voci crudeli.
Sul mare spumeggiante lampeggiano mille
rapidi remi concordi. Capitani sassoni,
in piedi a prua, sbraitavano severi;
si brandivano i brandi e le immense scuri,
tartassando gli dèi con toni truci.
Facce da forca conducevano “cavalli marini”
con prue di drago all’arrembaggio,
scartando a scatti, chiudendo svelti.
Rostri contro prue, legni strapazzati.
Ci fu clangore di ferro, fracasso di scuri;
elmi e lance luccicanti si sbrindellavano;
i fabbri del fronte martellavano feroci
su inermi incudini, inesorabili, forgiando
rabbia e rovina. Dita tinte di rosso.
Pressavano Prydwen, prode e bella
ammiraglia di Arthur, brillante d’argento.
Wednesday, June 24, 2015
Tuesday, June 23, 2015
A noble witch (1)
[7: 87]
Ella, che ben conosce in quel paese
Qual più secreta sia virtù ne l'herba
E con qual succo ne le carni offese
Mitighi il duol d'ogni ferita acerba
(Arte gentil che da la madre apprese,
Di cui memoria et uso anco riserba),
Vorria di sua man propia a le ferute
Di chi 'l cor le ferìo recar salute.
She, who perfectly knows, in that land,
The most secret powers of the herbs
And which juice, in the wounded flesh,
Can soothe the pain of an open wound
-- A noble art she learned from her mother,
Of which she keeps the memory and use --
Would like, with her own hands, to give health
To the wounds of him who wounded her heart.
Notes
Here's the other side of the women's magic/medical skills in the Renaissance: either the -- alleged -- evil powers of wicked plotters (see Armida), often belonging to the lower classes, or notions about health care and cosmetics being transmitted orally between women usually belonging to the upper classes, e.g. Lucrezia Borgia.
In the parallel episode in Gerusalemme Liberata (6: 67), Erminia i.e. Nicaea was also told to have learned carmi, incantations, from her mother. Here in the Conquistata, Tasso avoids any risk of mixing up white and black magic. But words were anyway "needed" when applying herbs, perhaps reciting the Lord's Prayer instead of a heathen formula.
In the final printed text of GC some words in this stanza were changed, though not altering the general sense; however, the wording in the manuscript was even more effective and has been preserved here.
Ella, che ben conosce in quel paese
Qual più secreta sia virtù ne l'herba
E con qual succo ne le carni offese
Mitighi il duol d'ogni ferita acerba
(Arte gentil che da la madre apprese,
Di cui memoria et uso anco riserba),
Vorria di sua man propia a le ferute
Di chi 'l cor le ferìo recar salute.
She, who perfectly knows, in that land,
The most secret powers of the herbs
And which juice, in the wounded flesh,
Can soothe the pain of an open wound
-- A noble art she learned from her mother,
Of which she keeps the memory and use --
Would like, with her own hands, to give health
To the wounds of him who wounded her heart.
Notes
Here's the other side of the women's magic/medical skills in the Renaissance: either the -- alleged -- evil powers of wicked plotters (see Armida), often belonging to the lower classes, or notions about health care and cosmetics being transmitted orally between women usually belonging to the upper classes, e.g. Lucrezia Borgia.
In the parallel episode in Gerusalemme Liberata (6: 67), Erminia i.e. Nicaea was also told to have learned carmi, incantations, from her mother. Here in the Conquistata, Tasso avoids any risk of mixing up white and black magic. But words were anyway "needed" when applying herbs, perhaps reciting the Lord's Prayer instead of a heathen formula.
In the final printed text of GC some words in this stanza were changed, though not altering the general sense; however, the wording in the manuscript was even more effective and has been preserved here.
Monday, June 22, 2015
The First Law of Mytho-dynamics
When Pan saved Nature from Typhon's attack.
When a Harpy fell in love with one of her victims.
When a man gave Arachne a rose.
When Ares fought against an elephant.
When the Minotaur looked at the King, his 'father.'
When Atlas helped a black girl.
When Hera bred the Hydra.
When Hades was in the "womb."
When Triton saw a girl committing suicide.
When Persephone preferred hell.
When Poseidon met a rival.
Paolo Barbieri, Favole degli Dei [Tales of Gods], Milan: Arnoldo Mondadori, 2011, pages 120, euros 22
Sunday, June 21, 2015
D'estate fioriscon i blog
![]() |
banner by Nivalis + ilT |
Nasce il nuovo blog del Tassista, riservato a quando non fa il Tassista. D'ora in poi tutto il materiale non-rinascimentale: poesia epica autoprodotta, stornelli, aforismi, ecc., oltre a gran parte dei disegni, andranno a finire sul sito Stor(n)ielle, interamente in italiano, udite udite.
Le serie The Fall of Arthur e La rabbia esaudita, per praticità, rimarranno invece qui fino alla loro naturale conclusione.
Ciao, benvenuti e buona lettura!
A new blog, Stor(n)ielle, has just been created to host all non-Renaissance materials in Italian: personal epic poetry, brief poems, aphorisms, as well as most drawings from now on.
The series The Fall of Arthur and La rabbia esaudita will continue here, however, for practicality's sake.
Bye!
Labels:
art,
Bible,
Eden,
friends,
illustration,
Nature,
Nivalis,
philosophy,
poetry,
Serpent,
woman
Saturday, June 20, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 109b - 167
Il vento si affievolì.
In un cielo ceruleo, chiaro e dorato
il sole verso sera elettrizzava l’estate
tramontando stupendo. Il mare ammiccava
sotto stelle sfuggenti, alte oltre l’atmosfera.
Giorno seguì a giorno. Lucida apparve l’alba
con la brezza che ballava lieta nella luce,
fresca e ala-di-falco. Un grido lo ferì:
“Vela, vela, una vela splende sul mare!”
si sgolavano le sentinelle, voci stridule
che di posta in posta portava il vento;
tenendo le torce, i soldati presso i segnali
attendevano in allerta. Lui non disse “ah”.
Le sue pupille spaziavano piccate a sud,
dove vide le vele avanzare sul mare.
Così Arthur arrivò sul far dell’aurora,
ritornando ora al suo regno perduto.
Sulle sue insegne scintillava d’argento
una nivea Madre che tra sante mani
involgeva un Infante nato da immacolata,
trasparenti nel sole. Le acque accecavano.
I soldati lo sapevano, lo sapeva Mordred:
il segno araldico di Arthur. Ma… aspetta,
e le bandiere di Benwick? Le cercò in ambascia
(argento su grisaglia), ma niente, niente.
Il bel giglio di luce appassiva altrove,
abbandonato nel buio. Il Destino incombeva.
Ascendeva il sole, splendevano le vele.
Laggiù sulle onde, come lontanissime,
tra-sentirono le trombe. E torreggiante
accanto ad Arthur correva ardimentosa
una nave immensa, fulgida nel mattino,
alta, smaltata, con fianchi di oro fino;
sulla tela era trapunto il sole che sorge,
sulla bandiera che sbandava sotto il vento
un energico Grifone ardeva aureo.
Già, proprio Gawain, a guardia del suo re
all’avanguardia, cuore sempre coraggioso;
cento navi corsare dagli scafi smerigliati,
con vele volteggianti e oscillanti scudi.
E dietro si distingueva l’esercito intero:
rapidi dromoni, chiatte tratte al seguito,
galee e galeoni in assetto di guerra,
seicento vele che sbattevano sotto il sole,
belle e terribili a vedersi. Bandiere sciolte;
diecimila (così dicono) scudi appesi,
meravigliosi sulle murate, blasoni nobiliari
e di cavalieri celtici, e le nove Casate
di Britannia benedetta. Ma quelli di Ban,
e Lancelot coi suoi gigli, loro no.
Perciò Mordred rise alto e amaro.
Diramò ordini, strepitarono le trombe,
si accesero i segnali, sù i vessilli!
Le rive risuonarono di spade contro scudi.
Garriva la guerra, guai alla Britannia!
Così Arthur arrivò al proprio regno
con potenza e splendore, puntando fiero
su Romeril – dove ora lento, lento,
verso riva scorre un ruscello che tremola.
In un cielo ceruleo, chiaro e dorato
il sole verso sera elettrizzava l’estate
tramontando stupendo. Il mare ammiccava
sotto stelle sfuggenti, alte oltre l’atmosfera.
Giorno seguì a giorno. Lucida apparve l’alba
con la brezza che ballava lieta nella luce,
fresca e ala-di-falco. Un grido lo ferì:
“Vela, vela, una vela splende sul mare!”
si sgolavano le sentinelle, voci stridule
che di posta in posta portava il vento;
tenendo le torce, i soldati presso i segnali
attendevano in allerta. Lui non disse “ah”.
Le sue pupille spaziavano piccate a sud,
dove vide le vele avanzare sul mare.
Così Arthur arrivò sul far dell’aurora,
ritornando ora al suo regno perduto.
Sulle sue insegne scintillava d’argento
una nivea Madre che tra sante mani
involgeva un Infante nato da immacolata,
trasparenti nel sole. Le acque accecavano.
I soldati lo sapevano, lo sapeva Mordred:
il segno araldico di Arthur. Ma… aspetta,
e le bandiere di Benwick? Le cercò in ambascia
(argento su grisaglia), ma niente, niente.
Il bel giglio di luce appassiva altrove,
abbandonato nel buio. Il Destino incombeva.
Ascendeva il sole, splendevano le vele.
Laggiù sulle onde, come lontanissime,
tra-sentirono le trombe. E torreggiante
accanto ad Arthur correva ardimentosa
una nave immensa, fulgida nel mattino,
alta, smaltata, con fianchi di oro fino;
sulla tela era trapunto il sole che sorge,
sulla bandiera che sbandava sotto il vento
un energico Grifone ardeva aureo.
Già, proprio Gawain, a guardia del suo re
all’avanguardia, cuore sempre coraggioso;
cento navi corsare dagli scafi smerigliati,
con vele volteggianti e oscillanti scudi.
E dietro si distingueva l’esercito intero:
rapidi dromoni, chiatte tratte al seguito,
galee e galeoni in assetto di guerra,
seicento vele che sbattevano sotto il sole,
belle e terribili a vedersi. Bandiere sciolte;
diecimila (così dicono) scudi appesi,
meravigliosi sulle murate, blasoni nobiliari
e di cavalieri celtici, e le nove Casate
di Britannia benedetta. Ma quelli di Ban,
e Lancelot coi suoi gigli, loro no.
Perciò Mordred rise alto e amaro.
Diramò ordini, strepitarono le trombe,
si accesero i segnali, sù i vessilli!
Le rive risuonarono di spade contro scudi.
Garriva la guerra, guai alla Britannia!
Così Arthur arrivò al proprio regno
con potenza e splendore, puntando fiero
su Romeril – dove ora lento, lento,
verso riva scorre un ruscello che tremola.
Friday, June 19, 2015
Thursday, June 18, 2015
The reasons of the heart (9)
[7: 84]
Ma poi che 'l vero intese, e 'ntese ancora,
Che vorranno di novo anco provarsi,
Insolito timor così l'accora
Che sente il sangue suo di ghiaccio farsi.
Talhor secrete lacrime, e talhora
Sono occulti da lei sospiri sparsi:
Pallida, essangue e sbigottita in atto,
Lo spavento e l'horror v'havea ritratto.
But when she learns, more than once, the news
That they(*) will confront each other again,
Such an extraordinary fear grieves her
That she feels her blood turn into ice.
Sometimes she sheds her tears in secret
And sometimes she utters hidden sighs;
Her pale, wan, (**) dismayed countenance
Is the portrait of fright and of horror.
(*) Tancred and Argantes
(**) Literally, essangue (esangue in current Italian) means "bloodless," a term often used for extreme paleness. This description perfectly matches, or rather prepares, Baroque art -- and later, Goya. An even more significant example is found in Tasso's poem Il Mondo Creato.
Ma poi che 'l vero intese, e 'ntese ancora,
Che vorranno di novo anco provarsi,
Insolito timor così l'accora
Che sente il sangue suo di ghiaccio farsi.
Talhor secrete lacrime, e talhora
Sono occulti da lei sospiri sparsi:
Pallida, essangue e sbigottita in atto,
Lo spavento e l'horror v'havea ritratto.
But when she learns, more than once, the news
That they(*) will confront each other again,
Such an extraordinary fear grieves her
That she feels her blood turn into ice.
Sometimes she sheds her tears in secret
And sometimes she utters hidden sighs;
Her pale, wan, (**) dismayed countenance
Is the portrait of fright and of horror.
(*) Tancred and Argantes
(**) Literally, essangue (esangue in current Italian) means "bloodless," a term often used for extreme paleness. This description perfectly matches, or rather prepares, Baroque art -- and later, Goya. An even more significant example is found in Tasso's poem Il Mondo Creato.
Wednesday, June 17, 2015
Tuesday, June 16, 2015
Monday, June 15, 2015
Sunday, June 14, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 86-109a
Poi avvallò, e a lungo vagò solitario.
Nel suo cuore consumava sotto cupe ombre
un fuoco semi-spento il cui fumo lo asfissiava;
i pensieri sbandavano persi in un labirinto
tra ira e terrore. Dapprima le sue idee,
divorate dal desiderio, si divincolavano
eccitate da Eros verso il suo chiodo fisso,
mentre immaginava che Guinever mandasse
saluti in segreto speditamente oltremare
a Lancelot, a lui rinfocolando l’amore
e supplicando soccorsi per la sua situazione.
Qualora il clan di Ban fosse corso in guerra
e si fosse rivisto il glorioso giglio
su sfondo fosco marciare fieramente
in aiuto di Arthur, erano casi amari
per le mene di Mordred. Su ciò rimuginava.
Proprio quello, Lancelot, Lord di Benwick,
egli detestava del tutto, e tuttavia temeva,
ricordando perfettamente la fattura fatata
per cui, se lui avesse sfidato a muso duro
la banda di Benwick bardata con il giglio,
avrebbe raccolto rovina. Sì, rabbia e astuzia,
dubbio e deliberazione duellavano incerti
nella sua testa tetra.
Nel suo cuore consumava sotto cupe ombre
un fuoco semi-spento il cui fumo lo asfissiava;
i pensieri sbandavano persi in un labirinto
tra ira e terrore. Dapprima le sue idee,
divorate dal desiderio, si divincolavano
eccitate da Eros verso il suo chiodo fisso,
mentre immaginava che Guinever mandasse
saluti in segreto speditamente oltremare
a Lancelot, a lui rinfocolando l’amore
e supplicando soccorsi per la sua situazione.
Qualora il clan di Ban fosse corso in guerra
e si fosse rivisto il glorioso giglio
su sfondo fosco marciare fieramente
in aiuto di Arthur, erano casi amari
per le mene di Mordred. Su ciò rimuginava.
Proprio quello, Lancelot, Lord di Benwick,
egli detestava del tutto, e tuttavia temeva,
ricordando perfettamente la fattura fatata
per cui, se lui avesse sfidato a muso duro
la banda di Benwick bardata con il giglio,
avrebbe raccolto rovina. Sì, rabbia e astuzia,
dubbio e deliberazione duellavano incerti
nella sua testa tetra.
Saturday, June 13, 2015
Friday, June 12, 2015
Thursday, June 11, 2015
Wednesday, June 10, 2015
Tuesday, June 9, 2015
A little break, but a learned one, yessir
Starting from tomorrow, a self-proclaimed Meet-A-Myth Week will begin. The only reason is that the translator here needs a little break after so much Tasso job, that is great fun but a little demanding, as well. During the MAM Week, you will see personal renditions of several classical mythological creatures, from which we can learn some useful lessons. That's incidentally a truly Renaissance attitude.
Just next Sunday, June 14, the usual column on Tolkien's poem The Fall of Arthur will be preserved.
Translations from Tasso's Gerusalemme Conquistata will restart on June 18, on Thursday, once in a while.
The pictures below have been reworked by Selkis.
Bye!
Just next Sunday, June 14, the usual column on Tolkien's poem The Fall of Arthur will be preserved.
Translations from Tasso's Gerusalemme Conquistata will restart on June 18, on Thursday, once in a while.
The pictures below have been reworked by Selkis.
Bye!
The reasons of the heart (8)
[7: 83]
Quinci vede la pugna, e 'l cor nel petto
Sentì tremarsi in quel punto sì forte
Come s'egli dicesse: - Il tuo diletto
Corre periglio d'immatura morte -.
Così d'affanno piena, e di sospetto,
Mirò del cavalier la dubbia sorte,
E del nemico il ferro ella sentìa
Ne l'alma, e i duri colpi onde languìa.
Thence she saw the duel, (*) and her very heart
She then felt tremble so violently
As though it told her, "Your beloved one
Now runs the risk of an untimely death."
So full of anguish and of fear, (**) Nicaea
Kept watching the knight's uncertain fate,
Feeling his enemy's blade inside her own
Soul together with the hard blows he received. (***)
(*) between Tancred and Argantes
(**) The word sospetto used to mean "fear," not suspicion like in current Italian, comes from Dante.
(***) It might also be translated as "the hard blows she herself suffered from," that anyway amounts to the same.
Quinci vede la pugna, e 'l cor nel petto
Sentì tremarsi in quel punto sì forte
Come s'egli dicesse: - Il tuo diletto
Corre periglio d'immatura morte -.
Così d'affanno piena, e di sospetto,
Mirò del cavalier la dubbia sorte,
E del nemico il ferro ella sentìa
Ne l'alma, e i duri colpi onde languìa.
Thence she saw the duel, (*) and her very heart
She then felt tremble so violently
As though it told her, "Your beloved one
Now runs the risk of an untimely death."
So full of anguish and of fear, (**) Nicaea
Kept watching the knight's uncertain fate,
Feeling his enemy's blade inside her own
Soul together with the hard blows he received. (***)
(*) between Tancred and Argantes
(**) The word sospetto used to mean "fear," not suspicion like in current Italian, comes from Dante.
(***) It might also be translated as "the hard blows she herself suffered from," that anyway amounts to the same.
Monday, June 8, 2015
All of Nature in a pocket
The "almost pocket" edition (14 x 20 x 5 cm, 590 pages) has been published, at last! The most important collection of plates illustrating a collection of specimens belongs to the 18th century, but still shares many features with the first, i.e. Renaissance "rooms of marvels," both as to the subject matters and to the style of their representation. From flies to elephants, a full immersion into the charm of Nature. That does not mean to have a naive concept of it, as "monsters," e.g. Siamese twins, will remind us.
Sunday, June 7, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 61-85
Ivor fece il saluto con voce nervosa
in piedi presso la tenda, alto e pensieroso;
portava parole dal Ponente, mal gradite.
"O Re -- gridò -- la Regina è dileguata!
La scia è svanita tra rocce impervie,
cani e cacciatori brancolano tra le colline.
Al regno remoto, alle valli stregate
là dove Leodegrance molto tempo fa
stava assediato, Signore degl'incantesimi,
là è fuggita, libera. Pochi però la amano.
Non aver più paura della femmina fatata,
che crepi! Che i suoi piedi mai più
tornino qui a tormentare Mordred.
Cacciala dal cervello! Cerca uomini,
non femmine, feroci a fare la guerra.
Ora è la tua ora". Qui abbassò gli occhi
e gli si legò la lingua. Voltandosi lentamente
con aria di uragano, rabbiosamente Mordred
lo fissò con occhi di fuoco. "Fuori!" urlò.
"È il sovrano a scegliere l'ora del sovrano.
Non intendi nulla! Manchi la missione
dopo ridicole ricerche, e osi presentarti
con lingua loquace ammannendo a Mordred
consigli cretini? Copriti dalla mia ira
e va' al diavolo, che ti colga il colera!"
in piedi presso la tenda, alto e pensieroso;
portava parole dal Ponente, mal gradite.
"O Re -- gridò -- la Regina è dileguata!
La scia è svanita tra rocce impervie,
cani e cacciatori brancolano tra le colline.
Al regno remoto, alle valli stregate
là dove Leodegrance molto tempo fa
stava assediato, Signore degl'incantesimi,
là è fuggita, libera. Pochi però la amano.
Non aver più paura della femmina fatata,
che crepi! Che i suoi piedi mai più
tornino qui a tormentare Mordred.
Cacciala dal cervello! Cerca uomini,
non femmine, feroci a fare la guerra.
Ora è la tua ora". Qui abbassò gli occhi
e gli si legò la lingua. Voltandosi lentamente
con aria di uragano, rabbiosamente Mordred
lo fissò con occhi di fuoco. "Fuori!" urlò.
"È il sovrano a scegliere l'ora del sovrano.
Non intendi nulla! Manchi la missione
dopo ridicole ricerche, e osi presentarti
con lingua loquace ammannendo a Mordred
consigli cretini? Copriti dalla mia ira
e va' al diavolo, che ti colga il colera!"
Saturday, June 6, 2015
La rabbia esaudita: Stoker Exchange
Il numero della Bestia verrà
vampirografato
su ogni cassa
di merce.
oppure a scelta:
«A casa faremo i Conti»
disse Dracula a quelle
sporcaccione delle
sue figlie.
*
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Friday, June 5, 2015
The reasons of the heart (7)
[7: 82]
E da la torre che sublime sorge
Tra 'l Borea e l'Euro in su l'antiche mura
Mirar le genti suol, ch'indi si scorge,
Vaga di morte e del suo mal secura.
Quivi, da che 'l suo lume il sol ne porge
Insin che poi la notte il mondo oscura,
S'asside, e i suoi begli occhi al campo gira,
E co' pensier suoi parla e sospira.
And from the high tower that rises on
The North-East side of those ancient walls, (*)
She often looks at the people down there,
Sure of her pain while longing for death. (**)
There, since the hour in which the sun first gives
Its light until night darkens the world,
She sits and turns her beautiful eyes around,
And sighing, speaks to her own thoughts.
(*) The Antonia Fortress, presumably. Jerusalem -- in the poem as well as in history -- will be besieged by the Crusaders from under the Northern wall.
(**) These lines are not very clear; they were quite different, and clearer, in GL 6: 62. The words del suo mal secura might also mean "safe from her dangers," but the broader context suggests the other solution.
E da la torre che sublime sorge
Tra 'l Borea e l'Euro in su l'antiche mura
Mirar le genti suol, ch'indi si scorge,
Vaga di morte e del suo mal secura.
Quivi, da che 'l suo lume il sol ne porge
Insin che poi la notte il mondo oscura,
S'asside, e i suoi begli occhi al campo gira,
E co' pensier suoi parla e sospira.
And from the high tower that rises on
The North-East side of those ancient walls, (*)
She often looks at the people down there,
Sure of her pain while longing for death. (**)
There, since the hour in which the sun first gives
Its light until night darkens the world,
She sits and turns her beautiful eyes around,
And sighing, speaks to her own thoughts.
(*) The Antonia Fortress, presumably. Jerusalem -- in the poem as well as in history -- will be besieged by the Crusaders from under the Northern wall.
(**) These lines are not very clear; they were quite different, and clearer, in GL 6: 62. The words del suo mal secura might also mean "safe from her dangers," but the broader context suggests the other solution.
Thursday, June 4, 2015
Tolkien, "The Fall of Arthur" 4: 35b - 60
Il messaggio gli giunse
presso le scogliere che davano a sud,
scoscese e scintillanti. Sui fiori falciati
erano tese le tende, come una cittadina
con vicoli e viali brulicanti di voci,
invisibile tra valli, in cima a colline
là sopra Romeril dove acque argentine
scavano fino alla spiaggia un basso sentiero.
Dall'est, da Angel, dalle isole della bruma,
le autorità di Almain ammassavano la flotta:
sotto le scogliere le loro prue sagomate,
brune bandiere svolazzanti alla brezza.
Venti favorevoli increspavano le vie d'acqua;
sul pietrisco al sole, smeraldine e argentee
le onde oscillavano sotto giganti gessosi.
Su una tribuna di terriccio Mordred attendeva
con occhi che osservavano distante, a sud,
ond'evitare che il vento depositasse d'improvviso
a riva l'armata di Arthur. Aveva messo sentinelle
ai margini del mare verso meridione,
che con e senza il sole tenessero d'occhio
i guadi dalle colline. Lassù aveva costruito
un sistema di segnali funzionanti con il fuoco:
se arrivava Arthur, avrebbero convocato
le truppe di difesa dove era necessario.
E spiava, e aspettava, e studiava i venti.
presso le scogliere che davano a sud,
scoscese e scintillanti. Sui fiori falciati
erano tese le tende, come una cittadina
con vicoli e viali brulicanti di voci,
invisibile tra valli, in cima a colline
là sopra Romeril dove acque argentine
scavano fino alla spiaggia un basso sentiero.
Dall'est, da Angel, dalle isole della bruma,
le autorità di Almain ammassavano la flotta:
sotto le scogliere le loro prue sagomate,
brune bandiere svolazzanti alla brezza.
Venti favorevoli increspavano le vie d'acqua;
sul pietrisco al sole, smeraldine e argentee
le onde oscillavano sotto giganti gessosi.
Su una tribuna di terriccio Mordred attendeva
con occhi che osservavano distante, a sud,
ond'evitare che il vento depositasse d'improvviso
a riva l'armata di Arthur. Aveva messo sentinelle
ai margini del mare verso meridione,
che con e senza il sole tenessero d'occhio
i guadi dalle colline. Lassù aveva costruito
un sistema di segnali funzionanti con il fuoco:
se arrivava Arthur, avrebbero convocato
le truppe di difesa dove era necessario.
E spiava, e aspettava, e studiava i venti.
Wednesday, June 3, 2015
La rabbia esaudita: Vai, Frodo, siamo tutti con te!
Non la spunterà, quel
verme del
Signore degli Anellidi.
Infine, pur riluttante, Frodo
accettò di incamminarsi
per il Nordic Walkie Tolkien.
*
accettò di incamminarsi
per il Nordic Walkie Tolkien.
*
Tuesday, June 2, 2015
The reasons of the heart (6)
[7: 81]
Sbigottîr gli altri a l'apparir di tante
Genti nemiche, e sì diverse e fere.
Serenò ella il torbido sembiante
E lieta rimirò le squadre altere,
E con bramosi sguardi il caro amante
Cercando gìo fra quelle armate schiere.
Cercollo invan sovente, e 'l vide spesso:
- Eccolo - disse, e 'l riconobbe espresso.
Others were dismayed at seeing so many
Enemy peoples, and so strange, and fierce. (*)
She brightened up her clouded face, instead,
And happily admired the superb squadrons;
And with eager eyes, she kept looking for
Her beloved one among those armed troops.
She often looked in vain; often saw him,
And recognized him, and said, "There he goes!"
(*) This type of description usually refers to the Muslim army; here -- for the typical Renaissance sake of equal treatment -- Tasso shifts the viewpoint, and sees the Christian troops through Muslim eyes.
Sbigottîr gli altri a l'apparir di tante
Genti nemiche, e sì diverse e fere.
Serenò ella il torbido sembiante
E lieta rimirò le squadre altere,
E con bramosi sguardi il caro amante
Cercando gìo fra quelle armate schiere.
Cercollo invan sovente, e 'l vide spesso:
- Eccolo - disse, e 'l riconobbe espresso.
Others were dismayed at seeing so many
Enemy peoples, and so strange, and fierce. (*)
She brightened up her clouded face, instead,
And happily admired the superb squadrons;
And with eager eyes, she kept looking for
Her beloved one among those armed troops.
She often looked in vain; often saw him,
And recognized him, and said, "There he goes!"
(*) This type of description usually refers to the Muslim army; here -- for the typical Renaissance sake of equal treatment -- Tasso shifts the viewpoint, and sees the Christian troops through Muslim eyes.
Monday, June 1, 2015
Un(s)even: Abducted!
![]() |
(by Selkis; a detail) |
Torquato Tasso describes the final flight of the blessed towards heaven as of people transported by UFOs, piloted by angels. Flying vehicles of the "gods" appear in literature starting from the most ancient civilizations of the Earth; in this case, the poet's direct sources were Homer and Virgil. But Tasso, in Il Mondo Creato as well as in both Jerusalem-poems, further develops the science fictional aspect.
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